Grolla

STOVIGLIE IN LEGNO
Nella tradizione rurale di Valtournenche, e della Vallée in generale, era molto frequente l’uso di legni locali per ricavarne stoviglie lavorate al tornio, oppure a mano, come certi rustici bicchieri, cucchiai, mestoli, ecc. Di seguito offriamo un campionario di tali manufatti tradizionali.

GROLLE
La grolla, capace coppa in legno munita di coperchio, è forse il recipiente caratteristico più noto della Valle d’Aosta. Ottenuta al tornio e spesso abbellita da artistiche decorazioni intagliate, o da motivi scolpiti, la grolla – oggi divenuta un ricercato oggetto d’arredamento – era usata soprattutto per bevute comunitarie nel corso delle quali la si passava in giro perché ognuno sorbisse dalla medesima. Una delle occasioni in cui la grolla veniva usata era in occasione della fienagione. In essa si servivano ai lavoratori bevande tipiche dotate di alto potere energetico. Tra queste ricordiamo: “lo clar dè pan”, bevanda ottenuta facendo bollire in acqua, fino a completo disfacimento, pane raffermo di segale aggiungendovi burro fuso, uova sbattute e una certa quantità di vino (è interessante notare come questa bevanda prosegua nel tempo l’antica ricetta della posca delle legioni romane preparata con acqua, aceto e uova sbattute); “lo sanbayón” era preparato con uova sbattute assieme a una generosa quantità di zucchero, vino ed acqua; “la brocha” era preparata con latte, zucchero e una piccola dose di vino; “la seuppa dè l’óno” – ossia “la zuppa dell’asino” – era preparata facendo macerare lungamente in vino del pane di segale.

L’etimo di “grolla” merita alcuni cenni esplicativi: la sua origine è da ricercarsi nel Mezzogiorno della Francia, nella parola provenzale grazal dal quale deriva l’antico-francese graalz. Il termine sembra riferirsi a un “vaso” largo e poco profondo in cui si servivano bevande, o cibi. Nella regione francese della Auvergne, il grasal è una bacinella usata per contenere il latte. Nel bacino dell’Alta Garonna, per designare una sorta di bacinella, ancora si usa il termine “grazal” e in Provenza si usava”gral”, “gralon” e “grallon”. In Normandia, fin verso la fine dell’Ottocento, grâsel era una lampada a olio munita di becco, con o senza piede. Nel latino della bassa epoca, “gradalis” /“gradalus” / “gradale” designava una specie di vaso Dalla medesima radice provenzale discende il celebre termine “graal” applicato, nella letteratura cavalleresca medievale, alla bacinella in cui venne raccolto il sangue di Cristo, la medesima – secondo alcune versioni del mito – in cui Pilato si era lavato le mani. Hélinaud de Froidmont traduce “graal” col latino “scutella”.

GROLLA
GROLLA

USO: per bevute comunitarie
DESCRIZIONE: antica grolla in legno di larice, lavorata al tornio. Fabbricazione artigianale
PROVENIENZA: Valtournenche, Crétaz. Proprietà: Vilma Perron
MISURE: h.: max. cm27,6 all’orlo del coperchio cm21,5; diam.: max. cm13,5 alla base cm12,5
CONSERVAZIONE: buona/ ... / ...

4C2-15h:1 Dis 117 pag 59
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