La stalla

Nelle case tradizionali, “l’eteu: la stalla”, non era separata dal corpo dell’abitazione ma posta a pianterreno, in genere sotto la stanza da letto dalla quale, mediante una botola di legno e una scala interna, poteva scendersi agevolmente per qualsiasi evenienza e accudire gli animali senza dover uscire, specie di notte, all’aperto. Non va dimenticato, inoltre, che la stalla era utilizzata come latrina dai membri del nucleo famigliare. Durante l’inverno, il tepore che regnava nella stalla, dovuto alla presenza dei capi di bestiame e al calore generato dalla fermentazione de letame, contribuiva in qualche modo a rendere più sopportabile la gelida temperatura della stanza da letto. Va, inoltre, tenuto presente l’attaccamento dell’allevatore nei confronti del proprio bestiame: quando, ad esempio, in Umbria, si cercò di convincere i contadini a mantenere la stalla separata dalla casa in modo da poter godere di migliori condizioni igieniche, si ottenne la sconcertante ma espressiva risposta che essi preferivano di gran lunga abitare sopra la stalla che lontano da essa, altrimenti non avrebbero più potuto “sentire” gli animali. In effetti, un allevatore esperto è in grado di “decifrare” il verso dei suoi animali, d’interpretarne il battito degli zoccoli, oppure il rumore delle catene.