L'alpeggio e la pastorizia

Arpà, la salita agli alpeggi estivi.
Quando le giornate si facevano più lunghe, il sole più caldo, e di conseguenza le erbe diventavano più scarse e meno nutrienti, le mandrie venivano trasferite dalle vallate ai pascoli montani. Per la partenza della transumanza estiva – in gergo tecnico “monticazione” – un’antica tradizione fissava il 15 di giugno, giorno della festa di San Bernardo “lo patron di montagnar” (lo montagnar è il padrone dell’alpeggio). L’alpeggio (lo arp) era scelto in luoghi d’altura riparati dal vento, immuni dal pericolo di frane o valanghe, che offrissero pascoli rigogliosi e la possibilità di rifornirsi di acqua abbondante. Si badava, inoltre, che la legna necessaria alla lavorazione del formaggio, oltre che alla cucina, fosse reperibile a una distanza ragionevole. La salita delle mandrie agli alpeggi, in patois, era detta “arpà”, verbo che significa “salire all’alpeggio” e che deriva da un’antica radice non-indoeuropea: *arp– col significato di “monte”. Dalla medesima radice deriva anche l’italiano “Alpe”, oltre a una famiglia di termini patois connessi all’alpeggio quali, appunto, arp; arpà; inarpa: “salita agli  alpeggi estivi”; arpó: “giorno in cui si sale agli alpeggi”; arpiàn, “personale addetto all’alpeggio”, dèzarpa, “discesa autunnale dall’alpeggio”.